IO DONNA – Corriere della Sera: “Bambini plusdotati: le difficoltà di essere capiti e valorizzati”

Veloci, brillanti,con un quid in più. Eppure gli scolari ad alto potenziale rischiano di essere penalizzati dalle loro capacità. Che richiedono metodologie didattiche adeguate. Se ne parla in un seminario, a Roma, il 18 ottobre

[qui l’articolo online di Benedetta Verrini]

Si differenziano dai loro coetanei, anche i più brillanti, per la velocità e lo stile con cui acquisiscono ed elaborano le informazioni. Imparano più velocemente e sono “oltre” anche in termini di sviluppo del linguaggio, capacità di ragionamento astratto e di problem solving, curiosità, empatia.
Sono i 400 mila bambini italiani “gifted”, plusdotati, con un potenziale eccezionale in una (o più) aree, dall’abilità intellettiva generale a una specifica attitudine scolastica, al pensiero creativo, dall’attitudine alla leadership fino alla supremazia nelle arti visive e dello spettacolo. Si stima che circa il cinque per cento degli studenti italiani possiede queste caratteristiche e può essere definito “ad alto potenziale”. “
«Ma in Italia, a differenza di altri Paesi europei, non esiste ancora una legislazione che regolamenti l’identificazione degli studenti ad alto potenziale e le loro esigenze formative» spiega Maria Assunta Zanetti,docente di Psicologia dell’educazione e dell’orientamento all’Università di Pavia e direttrice di LabTalento(il primo Laboratorio Italiano di ricerca e sviluppo del potenziale, talento e plusdotazione che, dalla sua nascita, nel 2009, si è già occupato di valutare oltre un centinaio di bambini gifted ).
Ma perché un bambino talentuoso ha bisogno di aiuto? «Perché, nella maggior parte dei casi, il suo potenziale non è individuato e anzi viene offuscato da diagnosi clamorosamente errate» aggiunge Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’Istituto di Ortofonologia Roma, che sta lavorando in partnership con il LabTalento. «Sembra paradossale, ma molti bambini plusdotati incontrano serie difficoltà già nella scuola primaria» prosegue Bianchi. «Sono classificati come bambini problematici, perché disturbano in classe, hanno difficoltà relazionali perché la loro capacità di pensiero è più elevata di quella dei loro pari. Si arriva ad alcuni casi in cui i genitori si vedono fare diagnosi di dislessia o di iperattività» .
Non a caso, le famiglie che da tutta Italia approdano al LabTalento di Pavia «non sono affatto galvanizzate dalla consapevolezza di avere un figlio plusdotato, quanto piuttosto estremamente preoccupate, spesso anche provate dallo stress» commenta Zanetti. «Il rovescio della medaglia, rispetto ai soggetti plusdotati, è che se non accolti e accompagnati incontrino gravi problemi relazionali e arrivino addirittura all’abbandono scolastico».
La formazione degli insegnanti sulla plusdotazione ad oggi è opzionale e non viene trattata nelle raccomandazioni ufficiali. Lo stesso vale per la formazione degli specialisti della salute, che durante il loro percorso formativo possono non affrontarla. Il risultato? «Molti docenti hanno il pregiudizio che il bambino , con la sua intelligenza, comunque se la caverà benissimo» risponde la psicologa. «Niente di più errato: in LabTalento stiamo lavorando con insegnanti e dirigenti scolastici per introdurre metodologie didattiche nuove e inclusive. È necessario fare formazione, per non etichettare gli alunni, e lavorare sulla dimensione emotiva, relazionale e creativa. Se il bambino ha una risorsa, allora è una risorsa per tutta la classe».

E, se da un lato, la plusdotazione rischia di essere ignorata dalla scuola, anche i precoci “passaggi di grado” da una classe all’altra vanno presi con molta cautela. «Il rischio è che, mentre si forniscono al bambino nozioni più adeguate al suo talento, gli si sottrae quel prezioso contesto di amicizie, relazioni e adeguatezza legate alla sua età cronologica. Ogni caso va valutato singolarmente, ma è sempre meglio evitare l’isolamento e favorire l’inclusione all’interno della classe di pari» conclude Bianchi di Castelbianco.
Per affrontare la complessità di queste situazioni, il 18 ottobre, a Roma, si terrà un seminario promosso dall’Istituto di Ortofonologia, Bambini plusdotati. Una risorsa non un problema, (Aula Magna dell’Istituto comprensivo Regina Elena in Via Puglie 6 dalle 9 alle 18).

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