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Bibliografia Italiana

Bibliografia Italiana

I libri in italiano sulla plusdotazione non sono molti; per di più, alcuni titoli pubblicati negli anni ‘70 sono fuori catalogo o di difficile reperimento.

Di seguito ne presentiamo alcuni che costituiscono un buon punto di partenza per chi volesse approfondire il tema:

  •  Andreani O. (2001) Intelligenza e creatività, Roma, Carocci.

 Come nascono e si sviluppano l’intelligenza e la creatività? Sono qualcosa di innato, oppure vengono influenzate dall’ambiente socio-culturale in cui si vive? Questo libro offre una visione complessiva dei problemi relativi all’intelligenza e al suo sviluppo, presentando i principali modelli teorici e i metodi di valutazione. Attraverso le ricerche sperimentali e dell’arco di vita, sono esaminati i vari tipi di intelligenza e le origini genetiche e sociali delle differenze individuali. Infine viene discusso il ruolo che le motivazioni esercitano sui processi cognitivi nella costruzione della personalità.

  • Andreani O., Orio S. (1972) Le radici psicologiche del talento, Bologna, Il Mulino.

Il volume descrive un’ampia ricerca -condotta negli anni ’60 all’interno di un progetto dello IARD- compiuta su 128 ragazzi, frequentanti scuole medie milanesi, che avevano mostrato notevoli attitudini intellettive. Lo scopo dello studio era quello di individuare, attraverso la somministrazione di vari reattivi mentali, questionari e un’ intervista clinica, i fattori cognitivi, affettivi, motivazionali, sociali e di personalità che favoriscono lo sviluppo di eccezionali capacità intellettive.

Parte del lavoro è stata finalizzata anche all’ indagine dei rapporti tra intelligenza generale, stili cognitivi, aspetti della personalità e creatività (misurata attraverso alcuni indici ricavati dalle risposte fornite a test proiettivi).

Il testo, oltre a riportare metodologie e risultati della ricerca, include anche alcuni capitoli in cui vengono discussi vari aspetti della plus-dotazione intellettuale. In particolare, il capitolo 4 è dedicato a una breve disamina dei vari indirizzi di studio della creatività e dei rapporti esistenti tra creatività e intelligenza, mentre i due successivi capitoli affrontano il tema, rispettivamente, del rapporto tra creatività e personalità e tra creatività, umorismo e aggressività. Inoltre nel capitolo 4 è riportata una dettagliata descrizione dela celebre ricerca sulla creatività compiuta nel 1962 da Getzels e Jackson su adolescenti di 11-18 anni.

  • Cairo M. T., (2001). Superdotati e dotati. Itinerari educativi e didattici. Milano: Vita e Pensiero.

 L’autrice prende in esame varie e differenti forme di dotazione e superdotazione. Ci sono persone globalmente molto intelligenti, con molteplici interessi e attitudini, e ci sono ragazzi con un talento particolare in un unico campo. Dal punto di vista educativo, il riconoscimento e il potenziamento dei talenti individuali con metodologie efficaci costituisce una strategia fondamentale per evitare l’insorgere di situazioni di disagio e difficoltà di apprendimento, come spesso accade in soggetti la cui dotazione rimane sommersa per cause culturali, sociali ed emotive o, al contrario, eccessivamente enfatizzata con gravi conseguenze per lo sviluppo globale della personalità.

  •  Fabio, R.A., Mainardi, M.C. (2008). Geni e iperdotati mentali. Dinamiche psicologiche e interventi di realizzazione del potenziale. Milano: Franco Angeli.

 I bambini mentalmente iperdotati o i cosiddetti “geni” nella maggior parte dei casi non trovano nel loro ambiente sociale le condizioni più adatte allo sviluppo effettivo delle loro straordinarie abilità. Ciò si verifica a causa del mancato riconoscimento dei loro veri bisogni e delle loro effettive potenzialità e a frequenti pregiudizi che il più delle volte inducono la società a scambiare un bambino iperdotato per un bambino iperattivo o con disturbi della personalità o della relazione. Le conseguenze di tali diagnosi errate non tardano a manifestarsi, incidendo negativamente sia sull’evoluzione intellettiva e psichica dei bambini stessi, sia sulla società nel suo complesso che si priva in tal modo di “cervelli” eccezionali. Il volume si articola intorno all’analisi del concetto di iperdotazione mentale, al’utilità dell’impiego dei test per la sua identificazione e all’importante ruolo svolto da tutti coloro che a diverso titolo e con differenti compiti hanno responsabilità educative nei confronti dei bambini iperdotati.

  •  Feldman D. H., (1991). Quando la natura fa centro. Torino: Giunti.

 Non basta il corredo biologico a creare un bambino prodigio: quello che conta è la fortunata ”co-incidenza” tra speciali attitudini innate, una famiglia sensibile e ricettiva e un’epoca storica culturalmente propizia. Benché le doti dei bambini prodigio siano impressionanti e rarissime, tuttavia i ”processi” attraverso cui crescono e fioriscono sono simili a quelli di ogni crescita intellettuale. Feldman, seguendo lo sviluppo di alcuni bambini dalle abilità prodigiose, offre un contributo prezioso e fondamentale anche sullo sviluppo delle abilità in generale.

  •  Grubar J. C., Duyme M., Cote S., (2000). Talenti difficili. Comprendere i bambini precoci. Roma: Phoenix.

 I bambini e gli adolescenti con doti assai sviluppate o con prestazioni intellettive elevate costituiscono una popolazione particolare e assai delicata, esposta a gravi rischi dovuti alla difficoltà di percepire la loro “diversità” e comportarsi nei loro confronti in maniera adeguata. Come riconoscere questi soggetti, come aiutarli? Forti di un’esperienza pluriennale, gli autori suggeriscono le linee di un atteggiamento equilibrato, in famiglia e a scuola, ed avvertono dei rischi più gravi cui si può incorrere nel gestire questi ragazzi.

  •  Mormando, F. (2011) I bambini ad altissimo potenziale intellettivo. guida per insegnanti e genitori, Centro Studi Erikson.

 Spesso i piccoli superdotati non sono riconosciuti come tali, oppure vengono “male” indirizzati, più per il desiderio di affermazione dei genitori che per le reali necessità dei piccoli stessi. In un modo o nell’altro a questi bambini rischia di essere negata non solo l’infanzia affettiva, ma anche un processo di sviluppo e crescita adeguato alle loro necessità-capacità. Un genitore, così come un insegnante, di fronte a bambini dalle alte potenzialità intellettive rischia di sbagliare: il più delle volte involontariamente. Non è facile gestire questi bambini (che rappresentano il 3% della popolazione). Nel libro, oltre alla spiegazione di come riconoscere e come comportarsi di fronte ad un bimbo ad alto potenziale intellettivo (cosa ben più complessa dall’effettuare un test del QI, quoziente intellettivo), ci si fa un’idea di come per questi bambini, se non riconosciuti e aiutati, sia difficile l’integrazione nella scuola dell’obbligo, ma anche all’asilo, e soprattutto nel rapporto con il resto del mondo. Schede, esempi, testimonianze. e bibliografia alla quale attingere per approfondire arricchiscono il volume.

  •  Sansuini S., (1996). L’educazione dei ragazzi precoci, dotati e superdotati. Milano: Franco Angeli.

 Questo libro intende aiutare genitori ed educatori a porsi il problema della precocità o della superdotazione nell’ambito di aggiornati protocolli scientifici ed a reperire concrete ed efficaci strategie educative che possano aiutare il ragazzo particolarmente dotato ad evidenziare e sviluppare adeguatamente le sue potenzialità.

I problemi affrontati sono i seguenti:

* come accettare ogni ragazzo come un individuo unico, con possibilità, esigenze, inclinazioni, interessi che famiglia e scuola hanno il dovere di rispettare e di sviluppare al massimo grado possibile in ciascuno;

* come riconoscere il potenziale intellettivo che esiste in ogni ragazzo;

* come è stata affrontata la questione negli altri Paesi;

* intelligenza e talento: quanto è dovuto all’ambiente e quanto è scritto nel programma genetico di ciascuno;

* la famiglia del ragazzo dotato, la sua personalità, i rischi educativi;

* la superdotazione generale ed i talenti specifici;

* una scuola flessibile alle esigenze della diversità in qualunque direzione – in positivo, in negativo, per cultura, etc. – essa si manifesti.

  •  L. Simeon ( a cura di ) (2002), La scuola dei talenti. Affrontare le difficoltà di apprendimento nell’era globale, Milano, Franco Angeli

 Le difficoltà oggettive di apprendimento costituiscono una delle principali cause di insuccesso scolastico dei ragazzi, ma sono ancora poco conosciute e quindi trascurate; esse vanno affrontate non solo dagli specialisti, ma anche dai docenti nelle normali attività educative e didattiche. Nella società globale dell’informazione è indispensabile coltivare tutti i talenti e combattere la dispersione scolastica. Il lavoro si propone di informare e sensibilizzare i responsabili dell’educazione in proposito e di sviluppare competenze più adeguate.