ELLE.com: Ho letto “Troppo intelligenti per essere felici” e finalmente ho capito tante cose su me stessa
La terapeuta francese Jean Siaud-Facchin ha scritto un manuale sulla plusdotazione intellettiva che si intitola Troppo intelligenti per essere felici e che tutti, insegnanti e maestri in primis, dovrebbero leggere
Di Carlotta Sisti, 1/2/2019
Questa storia strana è cominciata con una consegna piuttosto normale: una psico-inchiesta (che potrete leggere su Elle Weekly) sulle sventure amorose di donne intelligenti nella vita, che diventano, invece, stupide nelle relazioni. Sono, dunque, partita da lì, per arrivare in un altrove di diversa natura, ovvero quello della plusdotazione intellettiva. “Leggi Troppo intelligenti per essere felici“, mi ha detto la mia più cara amica, quando ha saputo che stavo lavorando a quel tema; “Ma mi sarà utile? C’entra con il mio pezzo?” le ho chiesto io, in fregola da chiusura del lavoro, “Sì, ma ti sarà ancora più utile per la vita, per la conoscenza di te stessa“. Così, con un’enfasi che non le è solita e che proprio per questo motivo mi ha incuriosita, mi ha convinta ad affrontare il primo e-book della mia vita (purtroppo il libro, edito da Rizzoli, non è stato ristampato in lingua italiana, ma si trova in francese) e a farmi condurre dalla terapeuta Jeanne Siaud-Facchin in un mondo in parte nuovo, perché di plusdotazione non avevo mai sentito parlare e non avevo idea che fosse qualcosa di reale e oggetto di studi addirittura delle neuroscienze, ma in parte del tutto familiare, per il semplice fatto che era il racconto piuttosto preciso di come sono, di come sono stata da bambina e di come funziono.
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Ma se quando ero piccola io di plusdotazione non si parlava minimamente, oggi non è più così: la già citata Feed their minds è la nuova startup che ha aperto alla Bocconi, in collaborazione con l’Università di Pavia, dedicata a coloro che in tutto il mondo sono conosciuti come “gifted”. Uno sportello aperto al pubblico dove trovare consigli pratici e aiuto di esperti per chi ha figli con un’intelligenza superiore al normale — plusdotati è il termine scientifico — ovvero con un quoziente intellettivo superiore a 130 quando la media è 100. Insieme al LabTalento del dipartimento di Scienze del sistema nervoso e del comportamento dell’Università di Pavia, laboratorio che da dieci anni studia a livello nazionale bambini e adolescenti plusdotati (ha valutato circa 450 bimbi in tutta Italia) hanno creato una rete composta da quaranta scuole, formate per accogliere questo tipo di alunni. Che sono più di quello che si pensa, perché il 5 % della popolazione significa uno per classe. “Chi ha in classe un alunno così, per esempio, deve imparare a differenziare”, ha detto M.A. Zanetti, direttrice di LabTalento sempre a La Repubblica.
In questo momento siede al tavolo del ministero dell’Istruzione per stendere le linee guida per il diritto allo studio di questi ragazzi. “Se ai compagni in una verifica viene chiesta una semplice risposta, a loro bisogna chiedere di raccontare una storia. Ma non ci si può improvvisare. Bisogna essere preparati per non disperdere potenzialità enormi per questo Paese”.